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lunedì 9 maggio 2016

Recensione libro: Lo zen e l’arte di giocare a tennis - Il gioco interiore del tennis.

Lo zen e l’arte di giocare a tennis - Il gioco interiore del tennis.

Recensione doppia per questi libri che trattano con un approccio diverso lo stesso tema, il tennis (amatoriale o agonistico di quarta categoria).


Ovvero:

sono molto simili.
parlano entrambi di tennis.
le argomentazioni presentate portano a conclusioni simili seguendo uno stile diverso. Più pratico il primo, più teorico il secondo.

La prima domanda che viene in mente è: perchè li ho letti tutti e due?
Semplice: non sapevo avessero molte cose in comune.

Seconda domanda: li rileggeresti entrambi?
Si, ma a parti invertite.


Ho letto prima “Lo zen e l’arte di giocare a tennis”, poi “Il gioco interiore del tennis”.
Li leggerei invertiti perchè il primo è più pratico, con esercizi da fare sul campo di gioco.
Il secondo (il gioco interiore per intenderci) è leggermente più prolisso di spiegazioni ma poco pratico, puntando di più proprio alla parte mentale (interiore).
Spiega, spiega, spiega ma nel concreto esprime poco cosa c’è da fare.
Sono presenti pochi esempi pratici di come attuare la teoria.
Quindi invertendoli leggerei prima la teoria con il primo e la applicherei con il secondo.

Partiamo dall’argomento che è al centro di questi due libri: il tennis.
Cos’ha il tennis di particolare rispetto ad altri sport come il calcio o la pallacanestro?

A parte l’individualità in un caso (il tennis) e il gioco di squadra negli altri, differenza palese in questi sport che ho citato, penso di poterla riassumere molto bene con il seguente esempio.
Il tennis è, a livello emotivo, come il calcio quando si tira un rigore al novantesimo minuto o il basket quando si tira un tiro libero con punteggio in parità e tempo scaduto.

Nel tennis, ogni colpo viene messo sotto al riflettore, (soprattutto il servizio), viene sottoposto alla dura prova del “braccino corto” (termine usato in diversi sport quando sale la tensione o la paura di sbagliare).
Ogni colpo può essere analizzato e da ogni singolo colpo può dipendere una partita.

E’ vero, anche nel calcio la singola azione può determinare il risultato della partita, ma nel tennis questa singola azione si ripete centinaia di volte quando la pallina torna nella tua metà di campo.

Un passaggio sbagliato a metà campo non implica la perdita di una partita (a parte rari casi).
Un servizio sbagliato può spesso provocare un doppio fallo e la perdita di un game.

La seconda sostanziale differenza che ne deriva è che la parte mentale, l’approccio alla partita conta quasi (se non di più) del livello tecnico.

Nel tennis il fattore mentale è sotto la lente di ingrandimento e questi due libri cercano di spiegare e aiutare il giocatore a tenere sotto controllo la mente.
La tensione pre partita, che bloca lo stomaco, la paura di sbagliare che si ripropone non ogni 10 minuti ma ogni 2 o 3 secondi, ovvero ad ogni singolo colpo.

La variazione degli stati d’animo tra un cambio campo e l’altro.
Un servizio sbagliato che innesca un doppio fallo ed un’altro ancora.
Un game che dopo due errori gratuiti ti mette addosso molta pressione perchè NON devi e NON puoi più sbalgiare.

La mente che deve essere lasciata fuori dal campo che non deve pensare al passato o al futuro ma al qui e ora.
La mente che deve lasciar agire il proprio corpo che ha automatizzato i movimenti tecnici corretti e non deve essere istruito con nuovi input soprattutto in fasi delicate dell’incontro.

Molta enfasi e importanza viene data da entrambi i libri al qui e ora, concetto che viene ripreso spesso anche in altri campi, soprattutto nella psicologia dello sport.
Vivere il presente senza lasciarsi influenzare dalle da altri pensieri che poco hanno a che fare con quello che si sta facendo o da possibili o impossibili situazioni che si verificheranno nel futuro.
Con un esempio concreto, nel tennis, significa che tra un cambio campo e l’altro è necessario evitare di pensare al lavoro restando concentrati sul qui e ora (non sulla giornata lavorativa) oppure tra la prima di servizio e la seconda evitare di pensare “se sbaglio il prossimo servizio..”.


Per chi gioca a tennis troverà sicuramente molti comportamenti comuni in tanti giocatori amatoriali.

Nei due libri si parte dal concetto che mente e corpo sono due entità distinte ed anche il corpo è in grado di agire secondo proprie regole ed automatismi senza che la mente glielo ordini.

Un esempio preso dal libro e che spiega bene questi concetti è il seguente: quando alla mattina suona la sveglia non ordiniamo con la mente al nostro corpo di alzarci, voltarci, mettere giù un piede dal letto, mettere il secondo, ecc.. ecc.
Sono automatismi che il nostro corpo è in grado di eseguire.
Allo stesso modo dobbiamo lasciar agire il nostro corpo quando eseguiamo un dritto piuttosto che un rovescio senza far intervenire la mente per dire, apri prima, ruota le spalle, piegati sulle gambe, ecc. ecc.
Tutti questi ordini fanno perdere decimi di secondo preziosi che il nostro corpo avrebbe eseguito anche senza istruzioni e in automatico.

Il concetto alla base è che il corpo ha automatizzato i movimenti e la mente non deve interferire con esso per cercare di comandarlo.
La mente infatti cerca di prendere il controllo di tutto, soprattutto del corpo, mentre in realtà quest’ultimo è bravissimo ad eseguire i movimenti provati e riprovati in allenamento e che sono ormai automatizzati alla perfezione.

Il corpo è anche in grado di imparare dagli errori e di autocorreggersi senza che la mente dica come fare.

I due libri che secondo me si autocompletano, riportano molti esempi sui quali il tennista avrà modo di ragionare direttamente sul campo.

In sintesi due libri che non vi faranno diventare i nuovi Federer ma sicuramente potranno aggiungere un piccolo miglioramento al vostro gioco.
Non svelano nulla di nuovo, li trovo adatti ai giocatori di quarta categoria, principalmente livello amatore tendente all’agonista.

Dubito che Nadal abbia realizzato i suoi successi tramite questi libri, ma sicuramente qualche spunto per noi comuni tennisti lo si può cogliere.

Se proprio proprio volete leggerne solo uno, prendete quello con gli esempi, Lo zen e l’arte di giocare a tennis.

Buon match.



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