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mercoledì 9 novembre 2016

Recensione libro: In un batter di ciglia di Malcolm Gladwell.

Recensione “In un batter di ciglia”.

Libro interessante che tratta il concetto di thin-slicing.
Alla fine del libro, però, non so dare bene una definizione di questo concetto.

Ma come, hai letto un libro di 250 pagine che tratta questo argomento e non sai darne una definizione?
No, non sono in grado di farlo.
Perchè?

Partiamo dal libro, scritto bene e con molti esempi pratici su fatti realmente accaduti.
I capitoli sono strutturati nel seguente modo: si racconta nella parte iniziale un evento, un fatto o un esperimento. Tramite questo si espone al lettore come si applica il thin-slicing nell’analisi di quello che l’esempio iniziale ha espresso.
Si cerca in pratica di spiegare perchè il personaggio dell’esempio si è comportato in un determinato modo piuttosto che in un altro.
Gli esempi pratici non mancano e sono molto chiari e azzeccati.
Si passa dall’esaminare una coppia sposata, all’analizzare nel minimo dettaglio tutte le micro espressioni del viso che avvengono come reazione a degli eventi specifici.

Viene descritto come il nostro inconscio gestisce e manda al nostro conscio segnali e interpretazioni dei primi due secondi di interazione con un oggetto o persona.

Esatto, oggetto o persona, perchè anche alla vista di un’opera d’arte i primi due secondi rivelano al nostro conscio cosa pensiamo veramente di questa opera.

Stesso analogo discorso sulle persone.
E’ un pò come "la prima impressione", quella sensazione di bene piuttosto che male che comunemente in italiano indichiamo come "a pelle."

In questo senso il libro è scritto molto bene, con esempi chiari e durante la lettura non è rado fermarsi e ricordare situazioni simili capitate anche a noi.

E’ presente un bel capitolo sull’intervento della polizia di New York all’interno di un palazzo in una strada del quartiere del Bronx che basa tutta l’analisi dei fatti accaduti sul concetto di pregiudizio (poliziotto bianco e potenziale delinquente nero). Si capisce, durante la descrizione dei fatti, come il pregiudizio vada a influenzare la parte conscia dei poliziotti, come li fa agire, come li fa prendere decisioni sbagliate una in seguito all’altra.
A causa del pregiudizio sul colore della pelle, la mente esegue azioni che ritiene corrette a prescindere, bloccando la possibilità di ascoltare e recepire i messaggi che arrivano dall’inconscio.

Fin qui tutto chiaro.
Nel libro quindi non mancano esempi pratici, come già detto, ma quello del quale sento la mancanza è il riassunto del concetto finale.
Nel singolo capitolo si tratta un esempio, una tesi a sostenere il perchè di un determinato comportamento ma mancano delle conclusioni chiare, lasciando al lettore il compito di riassumere le motivazioni che hanno portato alla definizione degli stessi comportamenti attuati.

Quello del quale ho sentito la mancanza alla fine di ogni esempio pratico è la spiegazione concreta del perchè.
E’ assente la messa a fuoco del concetto. Nonostante lo si intuisca benissimo, sarebbe stato interessante se fosse stato esplicato chiaramente alla fine del capitolo.

Il libro tratta oltre alla tecnica del thin- slicing anche quei processi, come i pregiudizi, preconcetti e idee che si sono instaurate in modo sbagliato nel nostro modo di pensare, che disturbano il rilevamento dei segnali che l’inconscio ci manda. Questi pensieri o abitudini, vietano al nostro incoscio di affiorare e suggerirci la cosa giusta, l’azione corretta da attuare, la sensazione di bene o male da recepire.

In conclusione: l’argomento è sicuramente interessante ma poteva essere trattato in maniera più ordinata.
Ecco forse è la mancanza di un filo logico tra un capitolo e l’altro che rende la lettura a tratti confusa.

In ogni caso sono 250 pagine che si lasciano leggere volentieri e velocemente anche se non lo inserisco tra i miei libri preferiti che consiglierei assolutamente.



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